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RACCONTIAMO IL NOSTRO TERRITORIO

Masseria Garrappa: l’evoluzione di una cucina senza tempo

Intervista a Roberto Strippoli, Masseria Garrappa, Contrada Losciale, 85, Monopoli

Come nasce Masseria Garrappa?

Eretta verso la fine del XVI secolo in contrada Losciale, la Masseria Garrappa è a metà strada tra i villaggi della costa e i centri urbani dell’entroterra. 

Il progetto nasce nel 2014, ispirato da mia madre, Anna Maria. A lei devo la passione per la buona cucina e l’attrazione per la cultura gastronomica pugliese. Il ristorante di Masseria Garrappa “Dono” esprime tutto l’amore della cucina e la passione della mia mamma che ha saputo insegnare e tramandare i suoi valori. Ad oggi lo chef Pietro Valoroso ne fa tesoro e li ha combinati con le sue esperienze internazionali e la sua visione della cucina, che mescola con disinvoltura sapore e divertimento. 

Cosa caratterizza la vostra cucina e cosa ispira le vostre ricette?

Il progetto negli anni ha cambiato forma ma la sostanza è rimasta la stessa. Siamo partiti da una cucina più schietta e immediata, ma sempre caratterizzata da tanta ricerca e tecnica per poi approdare nella cucina creativa (ma non troppo). La nostra è una cucina che amo definire senza tempo, territoriale ma non tradizionale. Insomma, proponiamo una cucina che piace prima di tutto a noi.

La consulenza professionale nella scelta delle attrezzature e la corretta progettazione degli spazi in che misura ha contribuito al successo della vostra attività?

La consulenza di un partner affidabile come Matarrese srl ha fatto e fa sicuramente tanto, per non parlare dell’assistenza fornita, sempre puntuale e super professionale. Raggiungere gli obiettivi e soddisfare i clienti è molto più semplice se lavori con una squadra di persone competenti e professionali.

Come immaginate il futuro del vostro settore e della vostra attività?

In questo periodo non è facile fare previsioni, con l’ottimismo che mi contraddistingue direi che il futuro lo vedo molto roseo, ma nella realtà le preoccupazioni non sono poche. 

Covid a parte, a livello territoriale manca una progettualità, una pianificazione strategica. Sembra che tutto sia basato sull’improvvisazione lasciando spazio alla programmazione della stagione estiva (come se esistesse solo quella). L’organizzazione inizia solo un paio di mesi prima dell’estate, pensando che con il solito concertone in piazza e con qualche altro evento la gente possa rimanere contenta. Purtroppo la realtà è ben distante da queste logiche. Nei centri storici c’è un proliferare di locali e localini incredibile, flussi di persone che non si riescono neanche a gestire e prezzi che non sono assolutamente in linea con l’offerta.

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